giovedì 7 agosto 2008

Beatitudine della conoscenza


Nella sua fase più elevata, la stessa raggiunta da Beatrice nel tredicesimo cielo, l'anima intellettiva racchiude dentro di Sè la luce di Sophìa, ovvero la scintilla divina capace di risvegliare l'anima vegetativa dal fondo buio e irrazionale in cui incessantemente precipita. Non esisteva fino a Leonardo una immagine artistica di Sophìa che fosse sintesi delle tre fonti dell'esperienza (Sat/ariete) , della coscienza (Chit/leone) e della beatitudine della conoscenza (ananda/sagittario).


L'immagine in alto la colloca all'interno della chioma dell'albero dei filosofi a significare l'estensione dei collegamenti neurobiologici che l'anima illuminata dal "Redentore" realizza all'interno del cervello. Esistono quindi tre gradi di trasformazione dell'anima che si concretizzano nell'abilità in azione dell'Ariete (il Sè istintuale), nella creatività in azione del Leone (il Sè creativo) e nella conoscenza in azione del Sagittario (il Sè cognitivo). Ciò significa che tutte e tre le anime partecipano all'interno del corpo alla realizzazione della conoscenza filosofica dell'Unica Realtà e delle molteplici Verità.

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